Quantcast
Channel: La Girandola » Letteratura

Perché errare?

$
0
0


occhio palpebra

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi

Marcel Proust


Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.

Mark Twain


Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.

Bruce Chatwin


Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

Italo Calvino


Non tutti quelli che vagano sono perduti.

Nomade del Sahara

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

A Pamplona ripartono le folli corse dei tori amate da Hemingway

$
0
0


san fermines corsa tori pamplona1

"In lontananza potevi vedere l’altopiano di Pamplona che spicca nella pianura, e le mura della città, e la grande cattedrale marrone e il profilo frastagliato delle altre chiese. Dietro l’altopiano c’erano le montagne, e ovunque guardavi vedevi altre montagne”.


È così che Hernest Hemingway tratteggia il profilarsi all’orizzonte della città spagnola dove sta per esplodere la “fiesta”, descritta nell’omonimo romanzo che ha contribuito a rendere la capitale della Navarra celebre in tutto il mondo.

Il giornalista e avventuriero statunitense, premio Nobel per la letteratura, era infatti un aficionado di corride e amava frequentare Pamplona in occasione della festa di San Firmino (in spagnolo: Fiesta de San Fermín o SanFermines), che si celebra nel centro storico della città spagnola ogni anno, dal 6 al 14 luglio.


La manifestazione ha inaugurato proprio oggi, come consuetudine, alle ore 12 nella piazza del municipio, anche se il tradizionale lancio del chupinazo, il razzo priotecnico che segna l'inizio della festa, è stato posticipato di qualche minuto a causa di una rimostranza da parte di ignoti che hanno ricoperto la facciata dell'edificio municipale con un'enorme bandiera basca, presto rimossa per proseguire il rituale inaugurale.


La festa popolare è famosa ancor oggi per gli spettacolari encierros, le corse dei tori, accompagnati da corridori temerari, spesso feriti anche mortalmente. Le corse avranno inizio domani e si ripeteranno fino a conclusione delle celebrazioni. Nei prossimi otto giorni, ogni mattina, circondati da un bagno di folla, i tori attraverseranno di gran carriera il centro storico fino alla plaza de toros, dove troveranno puntualmente ad attenderli un triste e sempre più contestato destino.

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

Appassionati di viaggio e letteratura? A Roma il Festival che fa per voi!

$
0
0

Festival della Letteratura di Viaggio, Roma, settembre 2013

Nato a Roma nel 2008, il Festival della Letteratura di Viaggio giunge quest’anno alla sua sesta edizione. Quattro giorni, dal 26 al 29 settembre, dedicati al racconto del mondo attraverso diverse forme di narrazione del viaggio, di luoghi e culture: dalla letteratura propriamente detta alla geografia, dalla fotografia al giornalismo, dalla musica al fumetto.

Promosso dalla Società Geografica Italiana, in collaborazione con Federculture, il Festival della Letteratura di Viaggio si svolge principalmente a Palazzo delle Esposizioni, che ospita ogni anno la mostra principale della manifestazione, e nei Giardini e nel Palazzetto Mattei di Villa Celimontana, sede della Società Geografica Italiana, che per tre giorni si trasforma in una sorta di “casa del viaggio”, accogliendo la maggior parte degli eventi previsti. La direzione artistica è, come di consueto, di Stefano Malatesta, direttore scientifico, e di Antonio Politano, curatore del programma. A condurre gli incontri anche quest’anno la giornalista Giovanna Zucconi.

Numerosi come sempre gli appuntamenti e gli incontri con gli autori, viaggiatori e narratori a diverso titolo. Tra gli ospiti si segnalano Paolo Rumiz, Ferdinando Scianna, Francesco Cataluccio, Beppe Severgnini, Remo Bodei, Franco La Cecla, Federico Rampini, Sandro Veronesi, Raffaele La Capria, Salvatore Settis, Alberto Asor Rosa, Folco Quilici, Lidia Ravera, Syusy Blady, Giuseppe Cederna, Gianni Biondillo, Davide Rondoni, Paola Caridi, Paolo di Paolo, Riccardo De Gennaro e molti altri ancora.

Il 24 settembre il Campidoglio ospita la 2° edizione del Premio intitolato a Ryszard Kapu?ci?ski per il reportage, che ha rappresentato uno degli elementi caratterizzanti del programma della scorsa edizione ed è realizzato anche quest’anno in collaborazione con la Famiglia Kapu?ci?ski, Feltrinelli Editore e l’Istituto Polacco di Roma.

Paesi ospiti d’onore di questa edizione sono il Brasile e gli Stati Uniti. Nella suggestiva location dell’Ambasciata del Brasile a Piazza Navona si inaugura - in un’anteprima speciale il 25 settembre - la mostra “Brasile, antiche e nuove esplorazioni” con le fotografie d’epoca di Ermanno Stradelli, esploratore dell’Amazzonia alla fine dell’Ottocento, i materiali originali provenienti dagli archivi della Società Geografica Italiana e la proiezione delle foto contemporanee di Franco Lubrani e di sei filmati etnografici brasiliani; in occasione dell’inaugurazione della mostra, un convegno e un concerto vengono dedicati al Brasile, per poi riproporre un altro focus nel programma di Villa Celimontana, grazie alla collaborazione con l’Associazione di Amicizia Italia-Brasile, l’Universidade do Estado do Rio de Janeiro UERJ e l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo.

Al Palazzo delle Esposizioni si inaugura il 26 settembre la mostra “Go West! La frontiera, il viaggio, l’immaginario” con le rare immagini d’epoca di Timothy O’Sullivan sulla spedizione di George M. Wheeler in Colorado, Nevada, Arizona, New Mexico, Utah, California del 1871-1874; le immagini in bianco e nero, provenienti dagli archivi della Società Geografica Italiana, sono affiancate al reportage fotografico di Antonio Politano coast to coast attraverso gli Stati Uniti di oggi e alle strisce e tavole di Tex Willer, l’eroe del fumetto creato nel dopoguerra da Gian Luigi Bonelli, per gli italiani forse il vero mito del Far West americano. In collaborazione con Brand USA, Sergio Bonelli Editore, Nikon, Epson e Nova Skola.

Torna il consueto Laboratorio di scrittura e fotografia in viaggio, articolato in più incontri, che vede la partecipazione di numerosi giornalisti e photoeditor di importanti testate italiane. Dal 27 al 29 settembre, presso il Portico di Palazzetto Mattei, sono allestiti come sempre uno Spazio Libri e un Caffè Letterario, dove incontrare ospiti e protagonisti degli appuntamenti, sfogliare libri, riviste, materiali a tema.

Ritorna anche il Premio Società Geografica Italiana La Navicella d’Oro, che viene consegnato dalla prima edizione del Festival ad autori che hanno declinato nelle loro opere il tema del viaggio o ad associazioni che si sono distinte per il loro impegno a difesa di luoghi e culture: Folco Quilici nel 2008, Bernardo Bertolucci nel 2009, Gabriele Salvatores nel 2010, Fulco Pratesi del WWF e Giulia Maria Mozzoni Crespi del FAI nel 2011, Giuseppe Tornatore nel 2012. Quest’anno il Premio viene ritirato dal Maestro Ennio Morricone.

Domenica 29 settembre, dopo la consegna del Premio La Navicella d’Oro al Maestro Ennio Morricone, Vinicio Capossela chiuderà la manifestazione con il reading musicale “Tefteri, il libro dei conti in sospeso”.

LEGGI IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA MANIFESTAZIONE

Leggi la mia intervista "In web we travel" sul blog Una triestina a Roma di Martina Seleni

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

Fotografia e scrittura, (per-)corsi (di viaggio) nella creatività

$
0
0

Fotografia di Monica BULAJ

La parola 'scrittura' in riferimento al reportage fotografico può sembrare paradossale o addirittura insensata. È come scrivere l'icona, esplorando il canone della forma scelta e lasciando che sia la realtà stessa a impregnarci come una spugna. Come se l'immagine, l'icona, appunto, fosse un testo dettato da qualcun altro. Non ha nulla che fare con la mistica, è un processo creativo interiore, un percorso artistico che usa unicamente la realtà come materia dell'indagine. La realtà, per i grandi maestri del reportage, è più sorprendente e più misteriosa della nostra stessa immaginazione.

Scrive così Monika Bulaj, fotografa, reporter, documentarista, che si è occupata nella sua carriera di nomadi e migranti, di fedeli e mistici, di intoccabili e diseredati, andando a “incontrare” i suoi soggetti e i suoi volti tra Asia, Europa e Africa.

Da ottobre sarà tra Trieste e Palmanova e metterà le sue conoscenze a disposizione di aspiranti scrittori in immagini, altrimenti detti fotografi. Insieme a Bottega Errante – visto l'indirizzo di questo blog potevo forse resistere ad approfondire le attività di un'associazione con questo nome? - organizzerà due laboratori per indagare in 8 lezioni teoriche e pratiche la non-finzione, il reportage, ovvero quello che recentemente viene chiamato nella scrittura la "creative non-fiction".

Le lezioni saranno improntate allo studio della tradizione di questo tipo di narrazione e dell'interpretazione della realtà, attraverso il confronto e la conoscenza di linguaggi e stili, “che siano le storie di Erodoto o quadri di Caravaggio e Goya, che siano le miniature persiane o le foto di Koudelka, le poesie haiku di Issa e le storie di Nicolas Bouviers o l'indagine del campo di antropologia visuale”, precisa la Bulaj.

“Non conosco nessun metodo se non quello di mettersi ogni giorno in discussione, mettendo al centro della visione l'attenzione pura, quasi infantile, profondamente intuitiva, alla realtà”, spiega la reporter. “La fotografia è per me una questione di impegno, di pratica (la téchne dei greci, dunque, "l'arte" ma anche "il saper fare"), di meditazione, di sensibilità e di pazienza. Credo che tutto questo vada sviluppato, facendo tesoro della conoscenza e sopratutto degli errori, ma solo per dimenticarli e per rimettersi, nudi, nel gioco, ripartendo ogni alba daccapo. È una faccenda tutto sommato seria e forse anche un po’ pericolosa ma allo stesso tempo è un piacere stare vicino, talvolta molto vicino, alle persone: forse l'unica buona ragione per fotografare”.

Nelle lezioni saranno approfonditi gli aspetti tecnico e filosofico dei punti cardinali dell'immagine, il tempo e lo spazio, soprattutto grazie all'analisi delle fotografie dei maestri, del lavoro dell'insegnante e dei portfolio realizzati dagli allievi. Sarà loro chiesto di sviluppare una storia in immagini per studiarne assieme la composizione, il ritmo, le sequenze, i contrappunti, individuando una partitura narrativa che dovrebbe funzionare anche al di là dell'insieme delle singole fotografie.

Ma si parlerà anche dell'etica nel reportage, dell'onestà, e delle questioni morali della post-produzione. E ancora, dell'evoluzione del reportage nella storia dell'immagine, dell'indagine giornalistica e documentaristica. Delle sue sfumature, trasformazioni e linguaggi. Per cercare di capire come le scelte tecniche e intellettuali trasformino il linguaggio e il modo di raccontare la storia, attraverso l'uso di grandi e piccoli formati, pellicola o digitale.

Un'avventura stimolante insomma, un altro tipo di viaggio che mi faceva piacere condividere con voi (e al quale spero di partecipare almeno in parte in prima persona!). E non è il solo.

Al Custerlina

L'associazione Bottega Errante ne propone diversi, legati alla creatività e alla scrittura nelle sue varie forme. Tra questi, vi segnalo anche il corso di scrittura romanzesca “Narrare storie” con Al Custerlina, scrittore triestino e formatore. E ve lo segnalo perché oltre ai soliti – seppure indispensabili - passaggi tra l'introspettivo e l'analisi di altri testi letterari, alcune sue lezioni affronteranno utili aspetti metodologici e il tema dell'incontro/scontro con il mondo dell'editoria.

E più in particolare: il ciclo di vita di un libro e i suoi costi, i rapporti con editor e agenti letterari, gli aspetti contrattuali, il self-publishing e l'editoria elettronica. Custerlina, insomma, al di là dei romantici voli pindarici che spicca ogni aspirante scrittore, vi riporterà saggiamente alla concretezza, arrivando persino a spiegarvi come preparare il manoscritto, la lettera di presentazione e la sinossi da inviare affinché il viaggio cominci davvero...

di Cristina Favento

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

Fitto calendario di eventi a Ferrara, meraviglia rinascimentale Unesco

$
0
0

Dalla rassegna al Castello Estense al Carnevale rinascimentale, passando per la grande mostra dedicata a Matisse

Ferrara, Castello Estense

Rievocazioni storiche, una grande mostra dedicata a Matisse e visite guidate tematiche per apprezzare la ricca storia cittadina. Le numerose iniziative che animeranno Ferrara nei prossimi fine settimana sono un'ottima occasione per visitare la città, il cui centro storico è stato iscritto nel 1995 dall'Unesco nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Le alte mura circondano l'antico nucleo cittadino per nove chilometri pressoché ininterrotti, costituendo uno dei sistemi difensivi più imponenti del Medioevo e del Rinascimento. La Ferrara medievale sorge a sud del Castello e della splendida Cattedrale, costruita a partire dal XII secolo. Ancora oggi la struttura cittadina medievale è in larga parte intatta, con scorci di grande suggestione e importanti edifici religiosi e civili. Comprende Piazza del Mercato, la Cattedrale di San Giorgio, il Museo della Cattedrale e Via delle Volte, asse lungo il quale si sviluppò il centro urbano dal VII al XI secolo. L'ampia e protetta città rinascimentale - con Corso Ercole I d'Este, il Palazzo Schifanoia e lo splendido Palazzo dei Diamanti, residenza di Sigismondo d’Este e oggi polo espositivo che dal 22 febbraio ospiterà una grande mostra dedicata a Matisse – si estende infatti a nord del Castello, simbolo della Signoria degli Este.

All'interno della fortezza è prevista da questo weekend una rassegna di eventi e appuntamenti con la cultura e l'arte, dedicata ad adulti e bambini. In programma cacce al tesoro, esposizioni multimediali, visite tematiche e aperitivi romantici a San Valentino. Ma soprattutto un'apertura straordinaria con visite guidate del complesso degli Imbarcaderi (domenica 9 febbraio) e alcune visite "animate" in compagnia della misteriosa Duchessa Lucrezia Borgia, fatta rivivere nelle sale del Castello Estense da una compagnia teatrale che metterà in scena la sua storia in una rappresentazione itinerante.

Sabato 1 marzo e domenica 2, anche la fortezza sarà invasa dai festeggiamenti carnevaleschi che conquisteranno l'intera città: dal 27 febbraio sarà in corso a Ferrara la rievocazione storica del Carnevale che gli Estensi usavano celebrare nel XV e XVI secolo. L'occasione per conoscere in modo piacevole e originale l’incantevole centro storico immergendosi in un'atmosfera rinascimentale è invitante. ?Sono previste feste in costume nei palazzi storici, cortei di figuranti delle Contrade del Palio, giochi d'armi, di fuoco e di abilità, danze rinascimentali, concerti, banchetti, cene rinascimentali, divertenti rappresentazioni teatrali, escursioni culturali, visite guidate e animazioni in costume.

Chi desidera seguire itinerari “artistici”, può scegliere di scoprire la Ferrara d'autore ripercorrendo i luoghi di Ludovico Ariosto, di Michelangelo Antonioni o di Giorgio Bassani, che ha ambientato il famoso romanzo "Il Giardino dei Finzi Contini" soprattutto nelle storiche vie dell'antico ghetto ebraico, dove si trovano le Sinagoghe, il Museo e il Cimitero Ebraico (per informazioni sulle visite guidate: infotur@provincia.fe.it). Se decidete per un'esplorazione fai da te, non trascurate la Palazzina Marfisa D'Este, magnifico esempio di residenza signorile del secolo XVI, un tempo circondata da splendidi giardini che la collegavano ad altri edifici, noti come Casini di San Silvestro, né la Piazza Ariostea dalla particolarissima forma ovale, con piano ribassato, famosa per le corse del Palio e opera dell'architetto Biagio Rossetti, artefice a Ferrara del primo piano Urbanistico moderno d'Europa.

La dritta golosa

Ferrara è una città da “gustare” anche in senso letterale, ovvero scoprendo i prodotti della sua secolare gastronomia, dalla ciambella ferrarese o "brazadela”, un dolce rustico e asciutto, aromatizzato al limone servito in ogni stagione, ai cappellacci di zucca, nominati nei ricettari rinascimentali degli Scalchi, al servizio della famiglia d'Este. Anche il pasticcio ferrarese di maccheroni ha origini nobili e secolari. Contraddistinto da una preparazione piuttosto complessa e un sapore molto particolare, associa una crosta di pasta frolla dolce ripiena di maccheroni pasticciati con un ragù bianco, besciamella, funghi, noce moscata e tartufo. Il tutto cotto al forno su di uno speciale piatto in rame stagnato. E non fermatevi qui...

Per informazioni:

Arte e cultura a Ferrara

Visit Ferrara

Ferrara Terra e Acqua, portale turistico

Castello Estense

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

Una app per seguire le orme di Mario Rigoni Stern

$
0
0

Mario Rigoni Stern

"Forse sono presuntuoso ma sarebbe bello che un giorno, leggendo un mio racconto, qualcuno potesse individuare il luogo del quale sto parlando e provare i miei stessi sentimenti e le mie stesse sensazioni" scriveva Mario Rigoni Stern. Oggi, a quasi sette anni dalla sua morte – il 16 giugno prossimo ricorre l'anniversario – il desiderio dello scrittore veneto è ormai diventato realtà. Grazie alle nuove tecnologie e al lavoro del giornalista Sergio Frigo, che ha curato per conto del Comune e del Consorzio Turistico di Asiago e dell'Altopiano il progetto "I luoghi di Mario Rigoni Stern", concretizzatosi in un'applicazione per smartphone e tablet, edita da Me-Publisher e disponibile in italiano e in inglese nelle versioni iOS 8 e Android.

Le informazioni, le citazioni, i percorsi così raccolti, selezionati e strutturati in modo semplice e accessibile - anche attraverso il sito www.iluoghidirigonistern.it - diventano un patrimonio condiviso, a metà tra un parco letterario virtuale e un museo all'aperto, concentrato soprattutto nell'area dell'Altopiano, la cosiddetta balconata sulla pianura veneta, incisa a ovest e a est dalle due profonde fenditure della Val d’Assa e della Val Frenzela. Venticinque sono gli itinerari proposti che ricalcano i passi di Rigoni Stern, un centinaio i luoghi a lui cari, descritti e geolocalizzati, e oltre 250 le immagini fotografiche storiche e d'autore. E ancora registrazioni audio e video che raccontano l'uomo, il territorio e lo scrittore, nato ad Asiago nel 1921, dopo la fine della Grande Guerra che aveva lasciato distrutti gran parte dei paesi e dei boschi dell’Altipiano.

Nei suoi libri, in buona parte autobiografici, Rigoni Stern ha raccontato la sua giovinezza in Veneto dopo il periodo bellico, gli anni da alpino combattuti su tre fronti (Francia, Albania, Russia), quelli della prigionia in Germania e infine la pace ritrovata nella natura della sua piccola patria, nelle Prealpi Venete, tra i fiumi Astico e Brenta. Tra le sue opere più note, c’è innanzitutto Il sergente nella neve, epico racconto di guerra e di solidarietà tra piccoli uomini travolti dalla grande storia, pubblicato nel 1953. E poi storie di natura e di montagne, di uomini e di conflitti vicini e lontani, da Storia di Tönle a Stagioni, da L’anno della vittoria ad Aspettando l’alba.

La app guida chi ascolta in un "viaggio" lungo i sentieri dello scrittore, accompagnati dalle sue stesse parole, alla scoperta del suo mondo, dei suoi oggetti, delle sue preferenze gastronomiche e musicali, tra luoghi familiari, ma anche angoli nascosti e spettacolari dell'Altopiano. Si va dal Sacrario, al Monte Zebio, ai percorsi sul versante nord del monte Ortigara; dalle caverne della preistoria alle cupole degli Osservatori astronomici, dalle torbiere di Marcesina ai dipinti di Jacopo da Ponte.

Oltre alla valorizzazione dell'opera di Mario Rigoni Stern, attraverso le sue testimonianze, il progetto mira alla promozione turistica del territorio da lui amato, includendo contenuti che dalle tradizioni e gastronomia locali, spaziano fino ad alcune opzioni di intrattenimento. Numerose, ad esempio, sono le attività sportive praticabili nella zona, dallo sci ai percorsi per mountain bike, dalle escursioni a cavallo alla camminata nordica, dal nuoto in piscina al golf. Ci sono anche un aeroporto attrezzato per il volo a vela e opportunità per gli amanti degli sport estremi, dal parapendio, al deltaplano, al bungee jumping.

Schermata 06-2457191 alle 01.14.22

 

Il premio intitolato a Rigoni Stern

Sabato 20 Giugno, ad Asiago, presso il Palazzo del Turismo Millepini, si assegnerà anche il Premio Letterario Mario Rigoni Stern; giunto alla sua quinta edizione e dedicato alla narrativa e alla saggistica di montagna espresse in tutte le lingue dell'arco alpino.

Il programma, con inizio alle ore 17, prevede una Lectio Magistralis di Luca Mercalli, presidente della società metereologica italiana, una relazione della giuria e un incontro con il vincitore. Sono previste anche alcune letture di Ottavia Piccolo.

Il premio, istituito con l'intento di onorare la memoria di Mario Rigoni Stern e della sua opera, è nato anche per favorire lo sviluppo del contesto culturale poliglotta che fa riferimento all'arco alpino, promuovendo i valori della fratellanza tra i popoli, di rispetto dell'ambiente e di umanità alpina.

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio
 

La Bosnia di Ivo Andric, un ponte fra Oriente e Occidente

$
0
0

Andric-foto-2-Fondazione-Belgrado

"Tutto ciò che questa nostra vita esprime tende verso un'altra sponda, verso una meta tramite cui acquista il suo vero senso. Tutto è un passaggio, un ponte le cui estremità si perdono nell’infinito [...] e la nostra speranza è su quell'altra sponda".

“Per la forza epica con cui ha tracciato e rappresentato i destini umani concernenti la storia del suo Paese”. Questa la motivazione valsa nel 1961 il premio Nobel per la letteratura a Ivo Andric, nato a Travnik, nel cuore della Bosnia Erzegovina, a 80 chilometri dalla capitale Sarajevo dove studierà. Lo scrittore cresce a Višegrad, sulla Drina, e si trasferisce poi a Belgrado. Come diplomatico della prima Jugoslavia, viaggia e lavora a Roma, Bucharest, Trieste, Marsiglia, Parigi, Genova, Bruxelles, Madrid e Berlino. Ma le storie che l'hanno consacrato come uno degli autori più rappresentativi e autentici della regione balcanica sono ambientate in una Bosnia sospesa fra Oriente e Occidente.

La città natale

Tappa d'obbligo è il museo Ivo Andric allestito a Travinik, in un edificio che s'ispira alla casa natale dell'autore. Alla sua città - passata residenza di visir difesa da una fortezza arroccata sulla collina e in passato importante centro diplomatico - lo scrittore dedica il libro “La cronaca di Travnik”. Oltre alla moschea variopinta, “in fondo al mercato, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Sumec”, nella cittadina troverete il piccolo Caffè di Lutvo, “sempre esistito, da che mondo è mondo”, o il gradevole giardino di casa Hafizadic - da dietro il cui albero di prugne Salko ammirava Agatha – che ospita un altro caffé.

Travnik_fort

Il ponte sulla Drina

Qui partono quei sentieri “che, simili a fili e cordoni, arabescano le montagne e i declivi intorno”; “da qui è difficile partire, ma anche andarsene per tornare” scrive Andric di Višegrad, la cittadina

dove trascorse l'infanzia, allevato da una zia. E proprio qui lo scrittore ambienta la sua opera più famosa, quella che racconta la storia di un ponte costruito durante la dominazione ottomana sul fiume Drina per volere del gran visir Mehmed Pasa Sokolovic. Un ponte fra due mondi che poggia su 11 arcate ed è lungo 179 metri, nel corso dei secoli più volte danneggiato e più volte muto testimone di esecuzioni, oggi patrimonio Unesco.

Andricgrad

andric-grad

Nella cittadina di Višegrad, il famoso regista Emir Kusturica ha fatto costruire Andricgrad, ovvero “la città di Andric”,una sorta di villaggio che si sviluppa attorno a una monumentale piazza, dove troneggia la statua dello scrittore, e che mescola stili e atmosfere diverse, da elementi classici a richiami ottomani.

Inaugurata nel 2014, la curiosa cittadina ospita anche un istituto culturale dedicato ad Andric e, pur avendo suscitato alcune critiche e perplessità, è interessante da visitare per gli appassionati in zona.

Sarajevo

Fra Travnik e Višegrad, è d'obbligo un passaggio nella capitale, dove Andric ha studiato al ginnasio Prva e dove sono ambientati il romanzo “La signorina” e diversi suoi racconti, come “Morte nella tekija di Sinan”.

Sarajevo-After-Siege-Featured-Image-1

La casa museo di Belgrado 

A Belgrado, dove Andric visse fino alla morte, nel 1975, si trova un altro museo a lui dedicato, allestito nell’appartamento al primo piano della via Andricev 8, dove lo scrittore visse dal 1958 insieme alla moglie Milica Babic, costumista presso il Teatro Nazionale serbo. La sala di ingresso, quella delle pitture e lo studio, con la notevole libreria personale che vanta alcuni libri molto antichi, hanno mantenuto il loro aspetto originale. Le altre stanze sono state adattate a ospitare l’esposizione permanente che ripercorre la vita e il lavoro del celebre autore.

DOVE DORMIRE

A Višegrad esiste un omonimo e spartano hotel che si affaccia proprio sulla Drina e sul famoso ponte. Pare che anche Ivo Andric vi abbia alloggiato, in una stanza oggi a lui intitolata. Qui, sotto al suo ritratto, una macchina da scrivere e un vecchio telefono d'epoca occupano la scrivania.

DOVE MANGIARE

Dveri è un piccolo ristorantino che si trova nel centro storico di Sarajevo anche se, grazie a caldi ambienti in legno decorati con stile contadino, sembra di essere in una fattoria di campagna. Serve piatti tipici a prezzi onesti. Meglio prenotare.

DOVE COMPRARE

Se cercate artigianato locale bosniaco, uno dei luoghi migliori è il vecchio quartiere turco ottomano a Sarajevo: addentrandosi nella Baš?aršija con occhio critico si possono ancora scovare oggetti lavorati artigianalmente in ferro o cuoio e diverse specialità dolciarie tipiche.

bascarsija-sarajevo

DA VISITARE

Sarajevo

Circondata dai monti e attraversata dal fiume Miljacka, Sarajevo è stata ribattezzata "la Gerusalemme d’Europa", soprattutto per la compresenza storica dicdiverse comunità religiose e nazionali. La sua sfortunata sorte, tragicamente legata ai sanguinosi conflitti vissuti nel nostro continente nell'ultimo secolo, ha reso la capitale bosniaca un museo a cielo aperto dove sono ancora ben visibili le recenti tracce della guerra nei Balcani. È importante visitare la città per ricordare, ma anche per farsi conquistare dalla forza vitale e dal patrimonio multiculturale che la contraddistinguono.

IL PRODOTTO

Il formaggio dei monti

Nella zona montana a nord di Travnik, nella Bosnia centrale, è molto apprezzato un formaggio tipico, molto simile alla feta: fresco ma leggermente indurito, salato e saporito. È chiamato vlašicki sir e il nome deriva appunto dal vicino rilievo montuoso di Vlašic. Oggi il prodotto si può trovare e produrre in tutta la Bosnia Erzegovina ma è tipico trovarlo proprio nella valle di Travnik, dove scorre il fiume Lašva, perché questa tipicità casearia viene generalmente preparata “in quota” con latte non pastorizzato di pecora, subito dopo la mungitura.

Vlasicki-sir

Si dice che la tecnica di produzione sia stata introdotta in quest'area da allevatori nomadi dell'Est e che la tradizione sia stata poi fatta propria dai pastori e allevatori locali delle montagne circostanti. Il vlašicki sir si trova spesso in vendita in banchetti di fortuna allestiti dai piccoli produttori ai bordi delle strade e viene solitamente consumato da solo, come antipasto o contorno.
Si può provare un ottimo formaggio vlašicki nel negozietto di alimentari di ?ino Samir, a Travinik, oppure nel ristorante Izvor, lungo la stradina che porta al villaggio di Mehurici.

Il drink

In Bosnia, così come nei vicini Paesi balcanici, si beve la rakija, popolare distillato superalcolico ricavato da diversi tipi di frutta e perfetto con il formaggio come “antipasto”. La più comune prodotta è a base di prugne ma si usano anche la pera, la mela o la vite. Raggiunge i 40% ma li può facilmente superare se fatta in casa, come avviene da queste parti.

RINGRAZIAMENTI E CONTATTI

Ringrazio di cuore Leonardo Barattin, senza il cui prezioso supporto questo articolo sarebbe stato estremamente più povero e impreciso. Leonardo, grazie a un bel po' di passione, una laurea in storia e una buona conoscenza della lingua, fa da accompagnatore per l'associazione Viaggiare i Balcani, che organizza itinerari turistici dedicati ad Andric in Bosnia Erzegovina. Per informazioni: viaggiareibalcani.it, info@viaggiareibalcani.net.

Buon viaggio!

moschea travnik

Condividi:
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Bookmarks
  • FriendFeed
  • LinkedIn
  • Add to favorites
  • Blogosphere
  • email
  • MSN Reporter
  • PDF
  • RSS
  • Tumblr
  • Wikio